Chi scrive ha una storia lavorativa che nasce nel 1996. Prima semplice collaboratore, poi impiegato, infine capoufficio in una piccola azienda.
Ma la mia esperienza lavorativa ormai è alle spalle, il mobbing che ho subìto ha avuto la conseguenza di farmi perdere il posto di lavoro, ed anche la salute.
Questo blog rappresenta soprattutto un diario, molto parziale, di ciò che mi è capitato.
In esso potrete trovare anche notizie interessanti, informazioni utili, consigli, ma nè questo blog nè altri possono sostituire il supporto di un avvocato specializzato in diritto del lavoro, oppure di uno psicologo. Il mio invito a quanti subiscono una situazione di disagio sul posto di lavoro è comunque quello innanzitutto di confrontarsi con altre persone che soffrono o hanno sofferto lo stesso problema: oggi lo si può fare molto facilmente anche attraverso Facebook, dove esistono - e sono purtroppo molto frequentati - gruppi che affrontano questa tematica.
Invito tutti i lettori a lasciare un commento, anche in forma anonima: più se ne parla, meglio è!

venerdì 21 gennaio 2011

No al mobbing!!

Cos'è il mobbing?

E' un termine di origine anglosassone: "to mob" significa assalire, vessare, malmenare. Nel linguaggio comune, con il termine “mobbing” generalmente si indica una forma di vessazione, di aggressione e di danneggiamento perpetrata nei confronti di uno o più lavoratori.

Più precisamente, la Cassazione ha recentemente stabilito che per mobbing si intende comunemente un comportamento del datore di lavoro (o del superiore gerarchico, del lavoratore a pari livello gerarchico o addirittura subordinato), il quale, con una condotta sistematica e protratta nel tempo e che si risolve in sistematici e reiterati comportamenti ostili, pone in essere forme di prevaricazione o di persecuzione psicologica nei confronti del lavoratore nell'ambiente di lavoro. Da ciò può conseguire la mortificazione morale e l'emarginazione del dipendente, con effetto lesivo del suo equilibrio fisiopsichico e del complesso della sua personalità (Corte di Cass., Sentenza n. 3875/09).

Tali condotte illecite sono finalizzate, se non direttamente o indirettamente a far lasciare il posto di lavoro alla “vittima”, senz'altro a danneggiarne salute, tranquillità reputazione e professionalità.

Chi scrive ha una storia lavorativa che nasce nel 1996. Prima semplice collaboratore, poi impiegato, infine capoufficio in una piccola azienda.Una carriera sempre in lenta ma costante ascesa, condita da tante piccole soddisfazioni, dalla stima dei colleghi e dei superiori. Un'attività in cui ho curato al massimo la preparazione tecnica, in cui mi sono sempre dimostrato disponibile ad aiutare tutta la rete di vendita, in cui mi sono distinto creando degli strumenti di lavoro che ho messo a disposizione di tutti, anche di altri partner commerciali, facendo risuonare il mio nome a livello nazionale.
Ad un certo punto però cambia tutto. Senza alcun preavviso il mio trattamento economico legato alla produzione di nuovi contratti viene annullato, progressivamente mi vengono inbite alcune funzioni sul mio computer, infine il mio posto di lavoro viene spostato ed allontanato dalla clientela. Mi vengono tolte le chiavi dell'ufficio, mi viene di fatto imposto di non usare il telefono, vengo escluso da un programma di aggiornamento professionale, non posso più adoperare il programma di contabilità. Il tutto avviene senza alcuna giustificazione dall'alto, le mie mail in cui chiedo spiegazioni non vengono neanche lette e mi ritrovo a lavorare esclusivamente nell'archivio dei contratti annullati, un ruolo alientante e mortificante per un lavoratore con le mie capacità ed esperienza. Vengo poi emarginato rispetto agli altri colleghi, che fino a poco tempo fa mi vedevano come il punto di riferimento, il guru sempre pronto a dispensare aiuto e consigli, mentre oggi incredibilmente mi evitano, neanche mi degnano di un banale "come stai?". Sono ormai alcuni mesi che va avanti così.

Da una parte questo blog vuole essere un po' un diario di questa assurda situazione, ma non solo. Il mobbing è un fenomeno purtroppo largamente diffuso, e probabilmente non se ne percepisce la dimensione fino a quando non ci tocca personalmente. Io penso che da un male, se possibile, è necessario poter trarre un bene e, nello sforzo quotidiano di resistere a questa situazione, può essere utile condensare in un blog come questo tutte le informazioni più utili, a vantaggio di tutti coloro che si trovano in questa triste condizione.

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