Ci sono riuscito, anche questo venerdì è arrivato. Finalmente domattina potrò svegliarmi senza quel mattone che mi schiaccia i polmoni, senza dover rientrare in quelle quattro mura, senza dover rivedere le solite facce ostili.
Per circa dieci giorni non ho fatto altro che strappare vecchi documenti ormai inutili da conservare... si sarebbe potuto fare un bel falò, oppure acquistare una macchina distruggi-documenti moderna... invece no, Otello ha preferito pagare me per due settimane con lo scopo di farmi fare quel lavoro manualmente, per sette ore e mezza al giorno, per farmela pagare chissà per che cosa. Mi si sono consumati i polpastrelli... per fortuna sono passato ad altro. Altro che è sempre una schifezza: riordinare un vecchio archivio di un nostro collaboratore che ha alcune migliaia di clienti... un lavoro che potrebbe fare davvero chiunque, mentre invece viene destinato a me.
Intanto sono arrivati dei funzionari provenienti dalla nostra sede centrale, per effettuare delle verifiche amministrative. Mi hanno visto ogni giorno strappare documenti e basta, ovviamente non immaginano neanche che io sia il capoufficio ed anche la persona con maggiore esperienza fra i dipendenti: nessuno lo ha detto loro. Pensano probabilmente che io sia un poveraccio al quale è stata offerta una pagnotta in cambio di un lavoro a termine, uno sfigato senza alcuna competenza. La loro presenza rende ancora più evidente come il mio ruolo sia volutamente secondario ed emarginato nel contesto dell'ufficio.
I rapporti umani sono poi ulteriormente peggiorati. Indaffarati come sono a farsi zerbini nei confronti di questi due funzionari, per giorni io sono rimasto in assoluto silenzio, nessuno ha avuto alcuna necessità di interloquire con me, con Giuditta in particolare è cessata completamente qualsiasi forma di comunicazione. Per la verità ho avuto anche qualche piccola soddisfazione: infatti da questa ispezione è emerso che una procedura che Otello aveva imposto era del tutto sbagliata, come io gli avevo più volte fatto presente. Ovvio che non è affatto venuto a dirmi "avevi ragione tu": poveraccio, crede che ammettere di aver sbagliato comporti una diminuzione della sua personalità. Alcuni collaboratori esterni intanto mi hanno apertamente manifestato la loro vicinanza, questa è una cosa che mi ha fatto particolarmente piacere. Mi serve soprattutto per ricordare a me stesso che la mia vita non è quella che si svolge in quel triste ufficio: fuori per fortuna c'è un mondo che ha stima di me e mi tratta con rispetto. Ho la coscienza assolutamente pulita, so di avere ragione, sono convinto che chi è corretto ed onesto alla fine vince sempre. Ed in ultimo ho trovato un gruppo su facebook di gente che vive la mia stessa condizione. E' importante leggere le esperienze degli altri, è importante solidarizzare. Vedo che ci sono tante donne che se la passano malissimo, e mi dispiace profondamente...
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