Chi scrive ha una storia lavorativa che nasce nel 1996. Prima semplice collaboratore, poi impiegato, infine capoufficio in una piccola azienda.
Ma la mia esperienza lavorativa ormai è alle spalle, il mobbing che ho subìto ha avuto la conseguenza di farmi perdere il posto di lavoro, ed anche la salute.
Questo blog rappresenta soprattutto un diario, molto parziale, di ciò che mi è capitato.
In esso potrete trovare anche notizie interessanti, informazioni utili, consigli, ma nè questo blog nè altri possono sostituire il supporto di un avvocato specializzato in diritto del lavoro, oppure di uno psicologo. Il mio invito a quanti subiscono una situazione di disagio sul posto di lavoro è comunque quello innanzitutto di confrontarsi con altre persone che soffrono o hanno sofferto lo stesso problema: oggi lo si può fare molto facilmente anche attraverso Facebook, dove esistono - e sono purtroppo molto frequentati - gruppi che affrontano questa tematica.
Invito tutti i lettori a lasciare un commento, anche in forma anonima: più se ne parla, meglio è!

martedì 1 gennaio 2013

Il mio augurio per il 2013


Inizia il nuovo anno e intravedo finalmente qualcosa di positivo, una possibilità di tornare nel mondo del lavoro del tutto inaspettata, per di più pienamente adeguata al mio livello professionale. Nulla di concreto, solo una prospettiva possibile, ma abbastanza delineata perché l’umore cambi, si ritorni ad essere consapevoli delle proprie capacità. Mi capita di pensare che una persona preparata ed onesta, anche in una società corrotta come quella in cui viviamo, debba trovare per forza una collocazione. Al tempo stesso la prudenza e l’esperienza fin qui fatta mi impongono la massima cautela, e la piacevolezza di questa possibile svolta viene congelata con una iniezione di forzata disillusione. Vedremo...
Il mio augurio per il 2013 è che ognuno possa avere dalla vita ciò che effettivamente merita, nel bene e nel male: la causa di tanti mali deriva proprio dal fatto che quasi sempre questa elementare regola di giustizia non trova applicazione.

11 commenti:

  1. Per pure caso mi sono imbattuta in questo blog e ne capirete pure i motivi, però ho voglia di raccontare la mia storia con più calma e con la speranza che giungano anche altre testimonianze. Debbo raccogliere le idee e i ricordi. A presto

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  2. Eccomi qua a distanza di pochi giorni per inziare la mia testimonianza e per scandagliare anche l'animo, semper che ce l'abbia, del mobber. Quando una persona si imbatte in questo tipo di situazioni, la prima cosa che fa se la prende con se stesso, a me così è capitato. Riuscire a capire di cosa si tratta ci vuole del tempo.. è veramente difficile e quando uno se ne accorge, ormai la tua reputazione e la tua persona è talmente sminuita che riuscire a farsi degli amici, avere delle persone che ti ascoltino, diventa un'impresa ardua. Nel campo dove lavoro io, la scuola, episodi di mobbing sono in aumento e spesso le vittime chiedono il trasferimento. Prima di iniziare il mio racconto, vorrei invitare i lettori a descrivere il mobber, tipo la sua situazione familiare, da che tipo di famiglia proviene, qual è la sua estrazione sociale, da piccolo com'era, è un veterano del mobbing, com'è andata a finire e lui com'è andato a finire? Continua o si è fermato? Mi firmerò con uno pseudonimo in modo da poter dare una continuità a ciò che andrò a raccontare. Manuela

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  3. Manuela, il mobbing è un veleno che inizia la sua azione distruttiva e non finisce mai. Purtroppo le esperienze che conosco, compresa la mia, dicono tutte che non se ne esce mai. Oggi ho una azione legale in corso e un lavoro che sto per riprendere, da tempo non subisco più vessazioni. Eppure i sogni continuano ad infastidire le notti, mi sorprendo spesso a fisare il vuoto, ripensando a ciò che ho subito. Purtroppo l'assenza di una possibilità di giustizia vera impedisce che la ferita si rimargini. Ti sono molto grato per la tua attenzione per questo blog e per la storia che viene raccontata.

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  4. Sono pienamente d'accordo, dal mobbing non si esce, non si guarisce. Ho trovato su internet molti consigli su come difendersi, ma ritengo che siano davvero inutili: la teoria è una cosa la vita pratica è un'altra. Il tuo mobber, ad esempio, da che famiglia proveniva? La sua età, la sua cultura, è una persona che mobbizza sempre? In modo non professionale e senza competenze psicologiche potremmo noi aprire la strada per difendersi dal mobbing, ma occorre raccogliere dati e incorciarli.Manuela

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  5. Amici, come promesso inizierò a raccontare la mia storia di mobbizzata. Andrò a braccia, non sarà un racconto già scritto, ma sarà d'impulso. Salve a tutti, sono una docente che lavora a tempo determinato, come potete notare il mio status lavorativo, già è un lasciapassare per eventuali mobber. Andiamo per ordine..All'inizio del mobbing ti sembra che tutto avvenga per caso, in seguito noti la ciclicità degli episodi e a questo punto inizi a prendertela con stesso, questo penso che accomuni tutte le vittime,attiribuisci gli atteggiamenti degli altri, le loro cattiverie e soprusi, al tuo carattere e al tuo modo di porti agli altri. Ma come inzia il mobbing? (Logicamente è tutto riferito alla mia esperienza) Non saprei come nasce, so solo che a me ha avuto inizio il primo giorno di lavoro, la prima ora, il primo minuto ed il primo secondo. Il perchè non lo so, non c'è un motivo, non c'è, è la sporcizia che abita l'animo umano. Ricordo ancora il primo incontro con il mio mobber....ho preso servizio come supplente in una scuola, quell'anno è stato veramente duro ed il mio stato d'animo, come lavoratrice, era di estrema precarietà, senza punti di riferimento, senza certezze per il futuro. Questi erano i miei pensieri al momento della presa di servizio. Ho iniziato a lavorare verso ottobre, ad un mese circa dall'inizio della scuole, qiondi prima di me c'era stata già un'altra supplente. Questa scuola in cui non avevo mai lavorato, mi è capitata per caso, perchè non avevo trovato supplense appetibili altrove. Quella mattina mi presentai in segreteria intorno alle 9,30, non c'erano altri aspiranti supplenti e la cosa mi piacque, anche se in seguito ne ho capito i motivi.Qualcuno in segreteria mi chiese se fossi la nitpote di...non compresi bene, ma risposi negativamente. Dopo le pratiche burocratiche, mi accompagnarono dalla dirigente scolastica, che mi accolse come se mi conoscesse, mi disse che avevo molta esperienza e che la loro scuola era abituata a lavorare in un certo modo. Finalmente, dopo dieci minuti mi liberò, antipatia a prima vista da parte di entrambe, ed andai nella mia futura classe a conoscere la mia carnefice, perchè non l'ho specificato, ma la mobber è stata una collega. La porta della classe era aperta ed una ragazza era intenta a girare fra i banchi, stava correggendo i compiti; bussai timidamente, lei si voltò e mi sorrise,io la invitai un attimo a raggiungermi, brevemente le dissi che ero la nuova supplente e lei sempre sorridente ed estremamente gentile, mi voleva presentare ai bambini, rfiutai, glielo avrebbe accennato lei, mentre io sarei andata a lavoro un poco prima; avevo il turno pomeridiano. Notai che la nuova collega era troppo gentile, sorridente (forse era un sorriso stampato, ma lo sguardo aveva qualcosa che non andava, lo notai immediatamente; era uno sguardo schifato, sì sì proprio uno sguardo schifato.C'era qualcosa che infastidì la collega, qualcosa che non le andava giù, a tutt'oggi non ho capito cosa. Reintrata a casa, preparai i compiti per il pomeriggio e mi recai a scuola con un'ora di anticipo, era il mio primo giorno e volevo conoscere i miei nuovi allievi e avere notizie circa la supplenza (breve o lunga?)La collega mi accolse sorridente, mi descrisse gli alunni dicendo che erano tutti da 10, ero contenta, poi buttò lì per caso che lei era una che collaborava molto con la dirigente e che insegnava da parecchi anni. Ecco il mio primo giorno di scuola.. ed anche l'inizio del mio incubo. A presto Manuela

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  6. Salve amici, sono Manuela e mi piacerebbe condividere insieme a voi il mio dramma di mobbizzata, con la speranza che anche altre persone raccontino in modo da poter mettere insieme i tanti tasselli e trovare noi stessi l'antidoto per il mobbing. Continuo il mio racconto.........Il giorno dopo, martedì c'è programmazione, è un momento d'incontro , di riflessione e di scambi sulla didattica miglire da portare avanti durante la settimana, ma io sono sola, vengo lasciata sola in classe, nessuno mi rivolge la parola; la mia collega di classe va avanti ed indietro e non capisco il perchè. Passano pochi giorni e gli atteggiamenti di tutti sono più ostili e già mi giungono voci che la mia collega ha organizzato una cena fuori con i genitori dei nostri alunni..non solo..insieme alla collega che mi ha preceduta ed io logicamente non sono invitata. Passa una settimana, probabiulmente la cena aveva portato consigli, infatti, i genitori mi vogliono conoscere, ma pensavo che erano sufficienti i rapporti professionali all'uscita, quando accompagnavo gli alunni. Non so, forse dovevamo iniziare una storia d'amore? Sette gioni esatti, non di più, ed incontro i genitori e scopro che mi vorrebbero fare la festa. Iniziamo la cnoscenza: ma perchè corregge gli errori? Perchè questo perchè quello. Ne esco distrutta! La cena genitori-docenti continuano ed io sono sempre più solo, a dire il vero non sono mai stata in compagnia, mi devo fare forza e non cedere, ma soffro, sto soffrendo e tanto, nessuno comprende il mio dolore.Non ho nessuno con cui parlare, continuo a pensare che sia colpa mia. Non ricevo informazioni, c'è una gita e non so niente..tranne se serve una scorta di accompagnatrice. Faccio fatica la mattina ad alzarmi, mi fanno male le gambe, sono sempre stanca e soprattutto sono depressa. Intanto, i genitori si calmano un pochino, ma a Natale di nuovo a cena fuori con la mia collega, ed io? Io non sono informata! Nel mio caso non c'è un solo mobber, ma 6 addirittura, gli altri non sono spettatori, ma a tutti gli effetti mobber, in particolare vediamo chi sono: le colleghe delle altre tre classi, sono 4, la mia collega, 1, l'ex insegnante di classe, 1, sono sola contro sei persone. E' una tortura! Non sto qui a raccontare nei minimi particolari tutto ciò che mi hanno fatto, ma vi assicuro che è stato l'Inferno, il mio Inferno e, a tutt'oggi non sono ancora riuscita a raggiungere il Purgatorio mentale. Continuerò .......leggete numerosi e soprattutto raccontate la vostra esperienza, serve a liberarsi un pò. Maunuela

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  7. Manuela, capisco perfettamente il tuo malessere, soprattutto la sensazione di stanchezza, di fatica fisica ad affrontare ogni giornata. Non ho capito ancora bene da quanto tempo duri tutto questo, posso solo dirti che ciò che ti sta capitando può avere dei riflessi sul tuo equilibrio psicofisico, quindi devi essere consapevole che l'urgenza di uscire da questa situazione non è solo qualcosa che ha a che fare con la tua serenità, ma è qualcosa che riguarda direttamente la tua salute. Io ho rischiato moltissimo, e tutt'oggi sono costretto ad una pur blanda terapia. Mi piacerebbe poter comunicare direttamente con te. A presto.

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  8. Anche a me piacerebbe comunicare con te. Caro Stev, parlo al presente percha è il mobbing è qualcosa che lascia il segno ed è sempre presente, ma questa situazione mi è capitata tre anni fa, pensavo di averlo scritto, tuttavia, il mio dolore e la mia sofferenza ha bisogno di essere condivisa, per cercare la prevenzione e non la cura che è impossibile.
    Manuela

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  9. AMICI CONTINUO IL MIO RACCONTO CON LA CERTEZZA DI POTER ESSERE AIUTO A QUALCUNO. MANUELA
    Siamo ormai a fine anno, è stato un anno da incubo. Ancora oggi non riesco a spiegarmi il perché l’ex docente di quella classe mi continuasse a torturare, erano due anni che aveva chiesto il trasferimento. Siamo a maggio e… c’è anche la cena di fine anno, è per tutti i lavoratori della scuola, tranne per me; tanto per cambiare non vengo invitata, non mi meraviglio più di tanto. Quell’anno non so quante volte mi sono spuntate le lacrime, quanto volte non ho dormito e quante volte mi sono autoaccusata di ciò che stava accadendo, certo la parola mobbing non era nemmeno pensabile per me. Tra le colleghe delle altre classi ero riuscita a ritagliarmi delle conoscenze( loro sapevano tutto, a voce erano con me ed erano contrariate, ma non parlavano) con cui mi confidavo, confidavo le mie ansie, le mie angosce, anche se spesso ho ricevuto come risposta : e smettila di lamentarti sempre! Ho subito il mobbing, il doppio mobbing, il triplo ed il quadruplo, senza che nessuno alzasse un dito. Sono trascorsi tre anni,tre anni senza dimenticare, la ferita non si rimargina, non si rimarginerà mai. Spero di essere di aiuto a chi vive o ha vissuto questa brutta esperienza, descriverò brevemente il mio carattere e quello delle mie mobber. Iniziamo da me: sono schiva, onesta, grande lavoratrice e creativa.
    Il carattere delle mie MOBBER ed il loro modo di vivere, penso che descriverne una riassuma tutte: narcisista, opportunista, amorale; per quanto riguarda il modo di vivere, livello morale molto basso, sposata, ma riempiva di corna il marito e pretendeva di essere compresa, perché per lei era tutto lecito. Come vedete, almeno nel mio caso , si evince che queste persone non sanno cos’è il male e cos’è il bene, sono persone egocentriche che vogliono essere sempre al centro dell’attenzione, la loro vita familiare rispecchia ciò che loro sono sul loro, una continua commedia basata sull’ipocrisia, derisione del marito; quindi anche nella sfera privata portano il mobbing. Auguro all’autore di questo blog di cambiare veramente pagina, anzi libro della vita, anche se è difficile e dopo anni ne portiamo ancora addosso tutto la melma che ci hanno donato. E’ importante conoscere il mobber, il suo carattere, lo stile di vita, i valori morali (anche se non ci sono), poiché laddove si incontrano persone con le stesse caratteristiche da me descritte- ripeto per il mio caso, purtroppo le testimonianze sono poche- allora è proprio il caso di stare attenti, poiché nonostante tutto ciò che si può leggere sul mobbing , su come difendersi, ahimè non ci sono strategie che tengono. Ho trovato, invece, molto interessante un articolo di cui vi posto il link e, debbo dire che, senza volerlo spesso ho adottato la stessa strategia con un certo successo.- Manuela
    www3.unict.it/mobbing/materialiformativi02.doc

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  10. Ciao, sono Caterina Ferraro Pelle, dirigente della P.A. mobbizzata ormai da oltre 10 anni, autrice del libro "Mobbing - storia di una donna che non si arrende" e creatrice su facebook del gruppo di auto-aiuto "Mobbing - contiamoci per contare". La mia vicenda è complicatissima, abbraccia (si fa per dire) tutti gli aspetti del mobbig. Me ne sono capitate di tutti i colori: da un provvedimento disciplinare assurdo al confinamento in un ripostiglio interrato (si vede su youtube digitando il mio nome), dalle minacce ricevute da criminali quando sono stata chiamata a svolgere un compito difficilissimo, all'essere tenuta in sovrannumero senza fare nulla per anni. Perché? Di preciso non lo so neppure io. Forse perché non mi si corrompe, sono ligia e ho spesso disobbedito a ordini di politici importanti, ma si trattava di ordini impossibili da eseguire. Sulla mia pelle sono diventata, a mio modo, esperta del problema. Ormai mi sono convinta che dal mobbing non si esce. Un caro saluto a tutti Caterina

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    1. Cara, dal mobbing non si esce, hai perfettamente ragione e lo dimostra il fatto che, anche se le persone non vivono più quella realtà, ne continuano a parlare e a soffrire.
      Manuela

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