Sto per iniziare la causa, dovrà
decidere un giudice se quest’ultimo anno e mezzo trascorso nella sofferenza e
nella malattia è un fatto che va punito, un danno che va risarcito, oppure è
tutta una mia invenzione. Dover dimostrare ciò che di per sé è vero è una
ulteriore prova che dovrò superare, perché dovrò rivivere tutte le vessazioni,
i piccoli e grandi dispetti, le umiliazioni subite. E avrò io l’onere della
prova. Un compito molto arduo in una
piccola azienda come quella che mi trovo a combattere, dove tutti coloro che
lavoravano con me sono ora uniti e coesi contro di me. Dove l’unico modo per
sconfiggermi consisterà inevitabilmente nel mentire. Già qualche tempo fa ho
avuto un assaggio: in uno scambio di raccomandate col mio avvocato, il mio capo
ha ammesso di avermi trasferito ad un’altra postazione di lavoro, ma per darmi
una collocazione “più consona al mio ruolo”, a suo dire. Cioè io avrei dovuto,
secondo lui, ringraziarlo, invece di lagnarmi, piuttosto che essere quasi morto
in quelle lunghe giornate fatte di isolamento e silenzio. Fatte le debite
proporzioni, è un po’ quello che avviene nelle violenze sessuali di gruppo,
dove tutti negano, o tutt’al più affermano che la vittima era in realtà
perfettamente consenziente. La vittima invece rimane sola con la violenza subita, col rischio di non essere creduta. La solidarietà c'è, ma si avverte più fra gli estranei che fra coloro che in qualche modo conoscono i fatti direttamente. Fra questi è più frequente l'atteggiamento di chi vuol lavarsi le mani, invece che quello di voler dare il proprio contributo in favore della legalità e della verità.
Io ho fiducia nella giustizia, e
per quanto sia consapevole che la giustizia possa sbagliare, sono tuttavia
convinto che l’ingiustizia vada combattuta, che le scorrettezze vadano denunciate,
che chi infrange la legge e non rispetta le persone debba essere colpito. Non
so se ci riuscirò, ma è l’unica cosa da fare nei confronti di chi, invece di
giustificare il proprio operato, oppure cercare di trovare una soluzione
condivisa, preferisce rifugiarsi nella menzogna per difendersi. Non si possono stringere
patti con persone come queste.
Raccolgo le mie forze, vado
avanti.
Come è andata la causa?
RispondiEliminaLa causa non è ancora cominciata. Al momento comunque ho realizzato una prima vittoria: il giudice ha accolto una richiesta di decreto ingiuntivo, e quindi mi sono state corrisposte somme che non avevo avuto a seguito del licenziamento. Poi ho denunciato una serie di irregolarità all'Ispettorato del Lavoro, che si sta muovendo. Salvo imprevisti inizierò la causa alla fine dell'anno.
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